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Milano sola al comando… Maccabi e Olympiacos le rivelazioni

Efes e Pana in piena crisi,mentre il Cska e' alla terza sconfitta consecutiva

Se il buongiorno si vede dal mattino, questo turno 8 di Eurolega è iniziato con una partita vibrante andata in scena a Mosca, dove il Fener è finalmente riuscito a portare a casa una vittoria di assoluto valore andando ancor di più ad inguaiare un CSKA che è arrivato alla terza sconfitta consecutiva.

Dopo una gara quasi sempre condotta dai turchi, capeggiati da un ispirato Jan Vesely, la rimonta del CSKA guidata del solito, inesauribile Clyburn sembrava aver ancora insinuato, una volta di più, la paura di vincere tra gli uomini di coach Djordjevic; ma questa volta è il grande ex De Colo a mettere la tripla della staffa e a togliere il Fener dall’incubo dei finali perdenti, con risultato finale di 82 a 91.

Nemmeno il rientro di uno Shengelia a mezzo servizio è riuscito a dare invece agli uomini di Itoudis lo slancio per interrompere questa striscia negativa, che inizia a diventare preoccupante anche solo in termini di classifica spicciola, perché siamo certi che il CSKA avrà tempo e modo per ritornare là dove gli compete.

A proposito di strisce e spirali negative, clamorosa scoppola rimediata dal Pana in quel di Belgrado, dove la Stella Rossa ( ricordiamolo: squadra mai da sottovalutare! ) ha maramaldeggiato con un sonoro 81 a 48 che è il manifesto perfetto della crisi totale dei greci.

Ma a calamitare tutte le attenzioni c’era chiaramente la battaglia tra le due prime della classe, Olimpia e Barca, che si è vista ieri sera al Forum.

Battaglia che è andata oltre tutte le attese, un vero scontro tra titani, con giocate incredibili ed un livello difensivo e di intensità che è raro vedere; e se alla fine prevale Milano per 75 a 70 bisogna doverosamente ricordare che il Barca mai domo ha piazzato un parziale di 14-0 ad inizio ultimo quarto, e che Milano è stata in grado di tenere botta e replicare.

Gigi Datome, finalmente libero da acciacchi vari è stato il chirurgico MVP , autore del gioco da 4 punti che indirizza verso Milano la contesa; il Chacho, Mitoglou e Shields danno un contributo enorme, con giocate spettacolari e con tantissima abnegazione, ma, signori, questa partita avrebbe preso la strada della Catalogna senza Nick Melli, vera linea del Piave difensiva, punto nodale dell’attacco, e tante cose che non fanno statistica, non fanno punti ma fanno squadra, vera, tosta, granitica, dove c’è anche un Devon Hall arrivato in sordina e capace di incendiare la retina nel primo tempo e poi nel secondo di fare tanto lavoro, anche quello sporco.

Milano vola in testa alla classifica, e senza troppi proclami ribadisce che tutti dovranno fare i conti con lei: oggi, domani e possibilmente a Berlino.

Per onestà intellettuale si deve anche tenere presente che il Barca ha fatto una grande partita, che ha saputo rimontare da meno 13 a più 2 nel momento in cui chiunque altro avrebbe issato bandiera bianca, che Jokubaitis è un prospetto enorme ma anche un presente concreto, e che anche questi saranno un bel rebus per tutti, da qui fino a Berlino: hanno perso, ma non sono usciti vinti dal Forum.

Del resto con un roster infinito o quasi, con Davies, Calathes, Oriola e compagnia è sempre possibile trovare alternative, quintetti nuovi, adattarsi all’avversario e solitamente si finisce anche per vincere.

E chi sembra averci preso davvero gusto a vincere è anche l’Asvel, non più sorprendente terza forza del torneo ma ormai realtà solida; la fatica fatta ieri sera per battere l’Unics Kazan non deve ingannare, rientra in un fisiologico processo di gestione di una stagione lunga e complessa, e non scalfisce per niente l’immagine di squadra tonica e brillante .

Altra  squadra in piena fiducia, in quella che sembrava essere una stagione di transizione e che in realtà si sta rivelando invece una bella avventura è il Real Madrid, capace di espugnare, dopo una gara vibrante e tirata il parquet del Bayern Monaco, che era a sua volta reduce da una striscia di tre vittorie e che sta esprimendo comunque la solita, buona pallacanestro di Trinchieri; certo che vedere i duetti  Llull – Rudy è una cosa di infinita bellezza, tenendo conto che i due sono veterani di innumerevoli battaglie…

E chi sembra non fermarsi più è il Maccabi, che era partito abbastanza a fari spenti ed invece sta scalando la classifica, ed è andato a vincere in casa del Baskonia, cosa mai facile, issandosi così nel numero delle inseguitrici dell’Olimpia più accreditate, almeno al momento.

Di questo ristretto numero fa parte, e questa cosa non era proprio stata pronosticata, l’Olympiacos, che fa della compattezza e della difesa di squadra la sua arma migliore, e che stasera ha inflitto una severa lezione al Monaco, passato dal più 10 di fine primo quarto al meno 21 della sirena finale, e per la prima volta apparso in seria difficoltà contro una difesa determinata e fisica, e che ha esibito un James d’annata, nel senso di un giocatore che a tratti è caduto nelle vecchie forzature e nei vecchi peccati di individualismo.

Questo non deve togliere il giusto merito ai greci del Pireo, che sono tosti e compatti, e che difendono davvero forte, con uno Sloukas ed un Walkup capaci di tenere solidamente le redini della squadra.

Chi invece queste redini sembra non saperle più tirare è il povero coach Ataman, alla guida di un Efes sempre più in crisi, vuoto di idee e di forze, che anche oggi è stato bistrattato da uno Zenit corsaro e spavaldo, avanti anche di 20 nel terzo quarto, e che ha messo in evidenza un Kuzminskas tornato Special K ed un Frankamp che sta sempre più prendendo in mano la situazione.

I russi del Baltico sono appena alle spalle del podio, ed hanno tutto per ripetere la scorsa stagione, mentre per i turchi sarà purtroppo difficile invertire una rotta costellata di naufragi: l’espressione sconcertata di Ataman in panchina parlava più di cento conferenze stampa, ed era l’espressione di chi non sa bene dove mettere le mani.

Ultimo, in ordine di trattazione ed anche in classifica, lo Zalgiris è fermo al palo senza una vittoria e senza nemmeno uno straccio di idea per cercare di riprendere fiato, e quota.

Tagliare Mudiay può essere stato giusto, cambiare il coach dopo due partite si rivela giorno dopo giorno una decisione avventata e poco razionale, e così anche la poco brillante Alba Berlino può passare alla Zalgirio Arena e dare una sistemata ad una classifica deficitaria, allo stesso livello di nobili franchigie quali Fener e Baskonia.

Ma è già tempo di pensare ai prossimi impegni, alle prossime gare, e di seguire le nuove sfide di una Milano tornata in vetta alla classifica, come non succedeva da tempo quasi infinito, e di goderci questo campionato assolutamente emozionante.