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C’ERA UNA VOLTA…LA PALLACANESTRO – Nando Gentile l’uomo dell’ultimo tiro

Prosegue la nostra rubrica e il connubio tra libri e basket,oggi è la volta del fuoriclasse Casertano capace di portare una piccola città del sud a vincere uno scudetto storico, ancora oggi l'unico tricolore conquistato da una squadra meridionale.

Quando dici  basket a Caserta il primo connubio che viene in mente è quello  tra  la sociètà Juve Caserta e il suo capitano  cresciuto e svezzato  nel vivaio  della città della Reggia.

Ovviamente stiamo parlando di Nando Gentile uno dei playmaker più forti che il basket italiano abbia mai espresso ( per me che sono di parte…il migliore in assoluto nel suo ruolo, in grado di ” mettersi in proprio ” con giocate di onnipotenza cestistica , ma anche di far giocare la squadra come un orologio svizzero quando la gara lo richiedeva  ).

Di aneddoti e curiosità nel suo libro  L’uomo dell’ultimo tiro ce ne sono quanto basta per farsi una cultura cestistica tutta targata anni 80 \90, dagli inizi di carriera lanciato appena sedicenne dal grande Boscia Tanijevic , per poi passare al ruolo di fenomeno in campo e capitano di un gruppo capace di battere le grandi potenze del basket del Nord.

Scudetto quello del  1991  unico ancora oggi ad essere conquistato da una Società  non del Nord Italia, un dominio schiacciante che la favola bianconera ha messo fine in quella famosa gara 5 di  trentadue anni fa (ma su questo ci torneremo più avanti…).

Per poi passare alla fase centrale della sua carriera proprio in quella Milano sua acerrima nemica che non raggiungeva più  lo scudetto da circa dieci anni, taboo subito sfatato grazie al Nando Casertano che insieme a Tanijevic  riportano il tricolore all’ombra della Madonnina nonostante la concorrenza altissima di piazze dotate di grandi budget tipo Treviso,e  le due  di Bologna tanto per citarne alcune…

L’uomo dell’ultimo tiro si fa apprezzare anche fuori dai confini nazionale, è Zelimir Obradovic a volerlo fortemente nella sua nuova avventura greca al Panathinaikos. Gentile anche in terra ellenica  fa della classe, la leadership e la personalità il suo fiore all’occhiello conquistando 3 scudetti e un Eurolega che lo consacra anche a livello internazionale dopo le tante finale sfortunate perse con Caserta.

Potremmo stare qui a raccontare ancora altri mille aspetti di una grandissima carriera, ma vogliamo lasciarvi alla completa lettura di questo bellissimo libro scritto dalla competente mano del giornalista Sante Roperto con all’interno  numerose interviste a gente del calibro di Enrico Campana, Mario Arceri,Dejian Bodiroga, Luca Chiabotti, ma noi anzi io …tifoso e testimone di quello storico scudetto lo voglio ricordare  per un altro grande impresa che va al di là degli altissimi valori tecnici e tattici che il giocatore ha sempre mostrato sul parquet.

Siamo esattamente a gara 5 ( decisiva per il titolo ) al Forum di Assago per l’ennesima finale scudetto ( la terza  in cinque anni dal 1986 al 1991 ) tra l’Olimpia Milano e la Phonola Caserta, la serie a differenza delle scorse finali è nettamente in equilibrio sul ( 2-2) con i meneghini ancora imbattuti tra le mura amiche nelle gare tra stagione regolare e playoff .

Guidata all’inizio proprio da Gentile e dal suo totem sotto gli anelli  Schackleford , Caserta scappa subito via con un impressionante 11 a 2 dopo neanche 3 minuti di gioco, ma la sfortuna dopo neanche 20 minuti di gioco è dietro l’angolo con un infortunio gravissimo all’altro fenomeno casertano Enzo Esposito, un mazzata a livello psicologico che poteva tramortire chiunque ma non Gentile e soci che continuano a giocare con una continuità impressionante che porta la Juve Caserta ad avere sempre un margine di vantaggio  che oscilla tra i 6 e i 9 punti  con coach Marcelletti che sapientemente gestisce uomini e risultato.

Ma nel quarto periodo in molti al Forum si aspettano la reazione di Riva, Pittis e company, cosa che puntualmente avviene anche se Caserta a circa tre minuti dalla fine ha ancora due punti di margine grazie anche alla strepitosa gara di Sandro Dell’Agnello, e a big man Shack dominante sotto le plance.

A questo punto entra in scena non più il giocatore Gentile ma l’uomo , il capitano , il ragazzo del vivaio che con grande orgoglio indossa quella maglia e con quella maglia vuole vincere a tutti i costi, come detto prima il cronometro è a circa 3 minuti dal termine con Milano in piena rimonta e inerzia della gara e del gioco.

Gentile porta palla e poco prima di metà campo alza la mano per chiamare uno dei tanti schemi in maniera convenzionale come fanno tutti i playmaker nel basket moderno, in molti si aspettano una palla in post basso per Dell’Agnello o per Shackleford , ma superata la linea mediana del campo a circa 7 – 8 mt. dal ferro Gentile in controtendenza contro tutto e tutti sgancia l’ennesimo tiro da tre che  riallontana Milano, la solita difesa di Schack e altri punti importanti sempre del duo Gentile- Dell’Agnello mettono gli ultimi chiodi sulla bara dei padroni casa e consegnano alla città della reggia uno storico scudetto, l’unico conquistato ancora oggi da una società del sud Italia